Dal 20 luglio al 5 agosto va in scena la Biennale Teatro, fra spettacoli, approfondimenti, laboratori e performance. Al centro, la figura dell’Attore/Performer.
Venerdì 20 luglio la Biennale di Venezia 2018 inaugura il 46° Festival Internazionale del Teatro e il direttore artistico Antonio Latella dedica i quindici giorni di programmazione al binomio Attore/Performer. E’ questo, infatti, il fil rouge che attraversa le diverse esperienze di palcoscenico che si avvicenderanno nelle sale dell’Arsenale, sede storica degli spettacoli della Biennale. “E’ necessario approfondire” dichiara Latella “se ancora esiste una distinzione tra attore e performer e in particolare dove essa possa essere individuata”.
Formula vincente non si tocca
Come lo scorso anno, torna la formula delle mini-personali, ovvero la possibilità per gli artisti di presentarsi al pubblico con più di uno spettacolo. Una soluzione che permette di individuare un segmento più ampio del lavoro di ogni regista o gruppo e in quello riconoscerne la cifra stilistica. Ecco allora che anche le discipline si moltiplicano: coreografia, regia, musica, arti plastiche, giocoleria, arte dei burattini, mimo indicano direzioni diverse dell’impegno dello stesso artista/performer. Da Clement Layes che, forte della sua solida preparazione nelle arti circensi, esplora con humour gli oggetti della vita quotidiana, a Gisèle Vienne che lavora con la dinamicità del corpo naturale, passando per Simone Aughterlony che costruisce spazi per nuove forme di narrazione.
E ancora lo svizzero Thomas Luz regista e musicista, l’olandese Davy Pieters che utilizzamodalità da video, il francese Vincent Thomasset e i suoi lavori sul linguaggio, lo svedese Jakob Ahlbom che propone il suo personalissimo phyical visual theatre. A due realtà italiane sono riservati il Leone d’oro e quello d’argento, il primo alla coppia Antonio Rezza – Flavia Mastrella, per i quali il rapporto tra performer e attore è una realtà in costante esplorazione, il secondo invece ad Anagoor Teatro, un collettivo forse più che una canonica compagnia, dove performing art e scena ipermediale entrano in dialogo continuo tra loro.
Un po’ di numeri
Sono 31 i titoli rappresentati nelle due settimane di programmazione per un totale di 48 repliche; 20 le novità, di cui 6 in prima assoluta. Con questi numeri Antonio Latella sostanzia una Biennale ricca di spunti e di novità. Oltre alle microstorie ispirate a scampoli di vita vera, i generi più diversi permettono sguardi e interpretazioni altrettanto diverse: crime story, thriller, mistery, horror e fantasy, slapstick action. Come percepiamo la realtà quotidiana? Come siamo in grado di raccontarla?
L’altra grande novità di questa edizione è la presenza di Leonardo Lidi, vincitore del primo bando dedicato ai registi italiani under 30 di Biennale College – Teatro. Con la sua rilettura di un classico, Spettri di Ibsen, il giovane regista piacentino è la dimostrazione di quanto l’investimento sui giovani sia un elemento imprescindibile per la crescita del teatro nel nostro paese. Si rinnova, infine, la “summer school” di Biennale College: nel corso del Festival, dal 23 luglio al 4 agosto, laboratori di drammaturgia, regia, recitazione, fotografia, arte performativa saranno tenuti tra gli altri da Roberto Latini, Silvia Calderoni, Gisèle Vienne, Antonio Rezza e Flavia Mastrella.
Qui il Programma completo della Biennale Teatro 2018